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Il gruppo nasce nel settembre del 2006 originariamente come quintetto, dall'unione di alcuni musicisti campani provenienti dalle più varie estrazioni - blues, jazz, classica, e altre- ma accomunati dall' amore per l'opera di Fabrizio De André. Il repertorio viene inizialmente riproposto partendo da una scelta interpretativa fatta di brano in brano: alcuni sono presentati in forma pressoché invariata rispetto all'originale (o alle versioni live che lo stesso autore ne presentava), altri vengono riarrangiati per adeguarli ad un'esecuzione in quintetto (totalmente acustico) e per evidenziarne alcuni aspetti peculiari, ma sempre con il massimo rispetto del testo e dell'idea iniziale. Così può capitare di ascoltare una versione de "Il Gorilla" blues-style, una "Ballata dell'Amore Cieco" quasi reggae, mentre in "Bocca di Rosa" e "Don Raffaè" l'uso della tammorra accentua in questo periodo il richiamo alla tradizione folkloristica.
Tra il 2007 ed il 2010 l'organico del gruppo passa da cinque a otto elementi; dapprima con l’inserimento di fisarmonica e piano, poi – per un breve periodo – dall’ingresso in formazione del violoncello. A cominciare dall’inverno del 2013/14 la 'line-up' si avvia verso la formazione attuale, formata da: Luigi Pagliuso (voce), Tonino Verde (chitarre, bouzouki, cori), Ciriaco Basso (chitarra, armonica, cori), Pasquale Renna (batteria e percussioni), Emiliano Guarino (piano e fisarmonica), Aldo Memoli (basso, contrabbasso, cori) e Maria Carmela Li Pizzi (violino).
Il repertorio attualmente proposto dai Coda di Lupo è maggiormente orientato verso una riproposizione fedele all’originale, facendo riferimento soprattutto alla produzione di Fabrizio De André della fine degli anni ’70 dall’album Rimini, proposto quasi interamente, agli storici arrangiamenti del concerto con la Pfm (anche questo live viene riproposto integralmente, per quel che riguarda il primo volume edito su disco) fino agli esiti de "L’Indiano", che scavalca il decennio, in direzione dell’ultimo De André, alla scoperta delle sonorità mediterranee svelate dalla collaborazione fra Faber e Mauro Pagani.